La Via Lattea ha catturato un pianeta di un'altra galassia.
Intercettata una corrente di stelle di una galassia nana già inglobata a 2 mila anni luce dalla Terra.
MILANO - Gli astronomi hanno scoperto il primo pianeta proveniente da un’altra galassia. Il risultato ottenuto da un gruppo di scienziati europei con il telescopio da 2,2 metri dell’Eso sulle vette di La Silla in Cile. La scoperta, riferita da Science, è importante per due motivi e ha risvolti intriganti. Innanzitutto dopo anni di delusioni nella caccia a pianeti extrasolari appartenenti a galassie che non fossero la nostra Via Lattea finalmente la cattura è arrivata. E ciò grazie a un comportamento di estrema violenza della nostra isola stellare la quale ha compiuto un atto di «cannibalismo galattico» come lo chiamano gli astronomi.
GALASSIA NANA - Nel cosmo è abbastanza frequente. Così è accaduto che abbia intercettato una corrente di stelle in viaggio nelle vicinanze e che l’imponente forza gravitazione della Via Lattea ha finito per divorare, inglobandole. Esse appartenevano a un galassia nana già «mangiata» dalla Via Lattea tra sei e nove miliardi di anni fa. Il secondo aspetto riguarda la stella (HIP 13044) e il suo pianeta catturati, che si trovano a 2 mila anni luce dalla Terra nella costellazione meridionale della Fornace. Si è infatti scoperto che l’astro-madre è una gigante rossa, cioè una stella alla fine della sua vita che già si è espansa dopo aver bruciato tutto l’idrogeno che la faceva brillare ed ora si alimenta con l’elio rimasto. È quello che succederà anche al nostro Sole fra circa 5 miliardi di anni decretando la morte della vita sulla Terra. Anzi ciò si verificherà molto prima, perché quando la stella muore espandendosi, lancia nello spazio un fiume di particelle e gas che spazzerebbero mortalmente l’ambiente terrestre. Inoltre lo spingerebbero anche più lontano.
FINE - Ora è stato osservato che il nuovo pianeta, simile come taglia e caratteristiche a Giove, è vicinissimo all’astro-madre. Ciò è attribuito all’espansione dell’astro e al suo contenuto effetto di spostamento. In conclusione, non solo si è scoperto il primo pianeta di un’altra galassia ma si è visto pure nella realtà quello che succederà in futuro al nostro sistema solare. Studiarlo, dunque, è una grande opportunità anche se questo non fermerà l’inesorabile fine: almeno ne conosceremo meglio i dettagli.
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