sabato 2 aprile 2011

Gabinetto RS/33 UFO occultato a Varese


Gabinetto RS/33

U.F.O. occultato a Varese.

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A capo del Gabinetto RS/33 Mussolini scelse Guglielmo Marconi.

Durò sette anni l'attività del Gabinetto RS/33.
Fece uso di una serie di "basi" sparse in tutto il territorio Italiano chiamati "semafori di osservazione" avente come scopo l'individuazione di velivoli non convenzionali o di contrabbando sul territorio Italiano. Secondo le procedure stilate dal Gabinetto RS/33, al seguito dell'intercettamento di un velivolo non convenzionale, veniva inviato un telegramma al senato e al Duce, il quale autorizzava il decollo dei caccia, ed un eventuale abbattimento del velivolo.
Cosa accadde veramente: riassumiamo tutta la vicenda.

Nel 1933, a seguito di una serie di avvistamenti misteriosi segnalati all’OVRA (polizia segreta fascista) da diverse fonti sia militari che civili, Mussolini ,Galeazzo Ciano e Italo Balbo fondarono per proposta di Giovanni Gentile (fondatore nel 1923 del CNR) un ufficio segreto denominato GABINETTO RS/ 33 in forza presso l’università La sapienza di Roma, avente come scopi lo studio dei VNC (velivoli non convenzionali, gli odierni UFO).
Tra i molteplici avvistamenti avvenuti nel 1933 figura un presunto UFO crash avvenuto sui cieli di Milano in data imprecisata. L’oggetto sarà recuperato dall’OVRA capitanata da Arturo Bocchini, e nascosto all’interno di una fabbrica della Marchetti sita a Vergiate in provincia di Varese, quest’ ultima sarà bombardata durante la guerra. Si ritiene però che l’oggetto non sia stato distrutto, perché inviato ai nazisti nel 1940 per ragioni sconosciute. La commissione raccolse materiale informativo dal 1933 al 1940, ma continuò ad operare anche dopo questa data, forse sotto la direzione nazi-fascista. Capitanata formalmente dal Senatore Guglielmo Marconi, in sua vece l’astronomo Gino Cecchini e da un certo dottor Ruggero Costanti Cavazzani (pseudonimo), la commissione godette delle migliori menti del regime.
Ricordiamone i nomi.

Filippo Bottazzi chirurgo è biologo sperimentale presso l’università di Napoli.
Gaetano Arturo Crocco ingegnere aeronautico è fondatore della società italiana Razzi e teorizzatore della colonizzazione spaziale. Romualdo Pirotta botanico presso l’università La Sapienza di Roma. Francesco Severi matematico è docente prima presso La Sapienza di Roma poi alla pontificia Accademia delle Scienze.Giancarlo Vallauri docente di elettrotecnica e ferromagnetismo presso l’Accademia dei Lincei. Francesco Giordani chimico dell’università di Napoli. Dante De Blasimedico igienista, è docente alle università di Napoli e di Roma e che nel 1942 fece parte della Pontificia Accademia delle Scienze. Luigi Cozza referente del Duce è presidente del consiglio superiore dei lavori pubblici.
L’intera esistenza del GABINETTO RS /33 fu svelata nel 1978, quando il presidente del CUN (Centro Ufologico Nazionale ) Roberto Pinotti, e il professor Alfredo Lissoni membro del consiglio direttivo del medesimo centro ricevettero da fonte anonima tre telegrammi dell’agenzia di stampa Stefani ( l’ANSA di allora ) in cui si citava l’esistenza del gruppo segreto e una serie di dati inerenti a quest’ ultimo.
I telegrammi dell'Agenzia Stefani.


La data è il 13 giugno 1933. Il telegramma porta l’intestazione “Ufficio telegrafico di Milano “ e la dicitura “ Riservatissimo – lampo – priorità su tutte le priorità “. Come mittente reca la voce prestampata  “Agenzia Stefani “.
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IL TESTO
1° D’ordine personale del Duce disponesi assoluto silenzio su presunto atterraggio su suolo nazionale at opera aeromobile sconosciuto stop Confermasi versione pubblicanda diffusa dispaccio Stefani odierno – stop –idem versione anche at personale e giornalisti stop previste pene per trasgressori fino at deferimento tribunale sicurezza dello stato stop per immediata conferma ricevimento stop direzione affari speciali. 
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Il secondo telegramma della direzione affari speciali conferma che un’ora dopo la dipanazione del primo telegramma le potenti macchine della censura del regime cominciarono ad operare con la tempestiva solerzia di ogni volta.
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IL TESTO

2° D’ordine personale del Duce disponesi immediato dicesi immediato arresto diffusione notizia relativa at aeromobile natura et provenienza sconosciuta di cui at dispaccio Stefani data odierna hore 7 et 30 stop disponesi istantanea rifusione eventuali piombi giornalistici recanti detta notizia stop previste max pene per trasgressori fino at deferimento tribunale sicurezza dello stato stop dare immediata conferma del ricevimento stop. 
 I telegrammi portavano tutti un'unica sigla, quella che parve come una “f “, la stessa “f” che capeggia su di una busta intestata “Senato del regno “e fatta arrivare agli ufologi Pinotti e Lissoni ove è scritto a stampatello: ”Riservatissimo (sottolineato) a mani da S.E. Galeazzo Ciano”. 
L'elemento interessante di questi primi documenti - ne sono stati spediti altri il 10 settembre 1999 da Cervia ed il 22 novembre da Forlì, sempre alla rivista di settore - è che, de facto, nel 1933, presso l'università La Sapienza di Roma, sarebbe stato istituito un Majestic 12 fascista, che riferiva esclusivamente alle alte gerarchie del Regime (Mussolini, Balbo e Ciano) e che lavorava in stretto contatto con l'OVRA, la polizia segreta fascista comandata da Arturo Bocchini, con diramazioni in tutta Italia e la complicità dei prefetti del Regno.
Per approfondire.


L'Ufo-crash del '33

Oggi, lasciate da parte leggende e speculazioni, possiamo azzardare una risposta attendibile e documentata: lo studio delle V-7 iniziò dopo che i nazisti ottennero da Mussolini un corposo dossier sui dischi volanti!

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Marconi Guglielmo.

Se autentici, nuovi elementi recentemente emersi ci costringono a retrodatare dal '47 al '33 la storia dell'ufologia "di Stato" - quella cioè scritta attraverso commissioni investigative segrete e processi di cover up e debunking -, spostandola dal Nuovo al Vecchio Continente, strappando agli USA il primato di Paese d'origine del fenomeno UFO. Per ricollocare la nascita dell'ufologia direttamente a casa nostra! Tutto cominciò nel 1996 quando una busta anonima giunse al nostro Roberto Pinotti, in quanto direttore dell'allora "Notiziario UFO"; essa conteneva diversi documenti originali, presumibilmente di epoca fascista, riferiti ad avvistamenti di "aeromobili non convenzionali" (all'epoca la sigla UFO ancora non esisteva) oggi perfettamente identificabili in dischi e sigari volanti; seguirono altri due invii. Il CUN, all'epoca, decise di tenere prudentemente nel cassetto quella documentazione, per condurre con scrupolo e pazienza tutte le verifiche del caso, le stesse che adesso permettono a chi scrive di attestare l'autenticità di quella documentazione. Poco tempo prima altro materiale era stato inviato alla redazione del quotidiano bolognese Il Resto del Carlino, che non lo aveva però preso in considerazione, ritenendolo uno scherzo. L'anno scorso infine il misterioso mittente, che chiameremo "Mister X" e che si era visto apparentemente ignorato da tutti, inviava da Forlì ad un'altra pubblicazione del settore ulteriore materiale, questa volta in fotocopia a colori. É su quest'ultima documentazione che ci concentreremo. Il primo invio era composto da due lettere su carta intestata del Senato del Regno e tre telegrammi. La prima lettera era un bigliettino indirizzato ad un certo De Santi, con cui si trasmetteva una "nota personale riservatissima";
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la seconda era la nota stessa, nove punti con cui qualcuno (non sappiamo chi) disponeva che si avvisasse immediatamente un prefetto; si disponesse il recupero di un "aeromobile"; si arrestassero tutti i testimoni dell'evento grazie alla "speciale sezione RS/33 dell'OVRA, presente in ogni capoluogo"; si indirizzasse ogni rapporto all'Ufficio Meteorologico Centrale dell'università La Sapienza di Roma ("esclusiva pertinenza: Gabinetto RS/33"); si impedisse d'ufficio la diffusione della notizia ed anzi si sviasse l'opinione pubblica con la divulgazione, sulla stampa, di "brevissimi articoli in cui il fenomeno era riportato alla sua autentica ed unica natura celeste: meteora, stella cadente, pianeta, alone luminoso, iride, parelio eccetera, secondo il formulario RS/33.FZ.4 precedentemente trasmesso a tutte le Prefetture del Regno con dispaccio apposito". Ed infine, si disponeva che la trasmissione di rapporti all'Arma Aeronautica venisse autorizzata dal fantomatico Gabinetto RS/33; che venisse escluso ogni altro ente, "compresa la Pontificia Università"; che venisse imputata ogni spesa sostenuta ad un determinato capitolo della Regia Accademia d'Italia. L'evento cui si riferiva, in maniera quanto mai oscura, la nota top secret sarebbe stato, secondo la rivista di settore che per prima ha divulgato la notizia, un UFO-crash ante litteram, accaduto il 13 giugno del 1933; un successivo esame dei documenti non ha confermato questa tesi, trattandosi piuttosto del recupero di un velivolo atterrato, non necessariamente schiantatosi. Quest'ultimo elemento era ricavabile dal lapidario testo presente nei tre telegrammi, riportanti come intestazione "Ufficio Telegrafico di Milano", come mittente la voce prestampata "Agenzia Stefani - Milano" e come specifica le dizioni "riservatissimo - lampo - priorità su tutte le priorità". Un primo telegramma, non in possesso degli ufologi ma al quale accennavano gli altri tre dispacci, sarebbe stato spedito alle 7.30, annunziando l'atterraggio dell'aeromobile non convenzionale; un successivo dispaccio, inviato alle ore 16 e siglato - come gli altri due in nostro possesso - dal "Direttore Generale Affari Speciali", suggeriva una versione di comodo da dare in pasto alla stampa, che sarebbe stata sostenuta anche dall'Osservatorio di Milano Brera: l'oggetto atterrato era una meteora. Un successivo telegramma, spedito alle 17.07, riferiva che il Duce in persona aveva ordinato il cover up sulla notizia, il ritiro dei piombi dei giornali, il deferimento al Tribunale di Sicurezza dello Stato per chi avesse parlato; il terzo telegramma inviato da "Mister X" agli ufologi è privo di orario e di destinatari, ma indica la versione ufficiale da pubblicare riferendosi al telegramma inviato alle 16. Tutti e tre i telegrammi sono siglati dalla stessa mano; la firma semplificata, che pare iniziare con una "f", è la stessa presente su una busta senatoriale dell'epoca fascista inviata nel '96 a Pinotti e riferita presumibilmente a documenti UFO del '36; e compare altresì su una lettera intestata "Agenzia Stefani", recentemente spedita all'altra rivista di settore coinvolta nel caso, forse sempre collegata agli avvistamenti del '36.
Una frase enigmatica.

In quest'ottica assume una diversa consistenza il discorso che il Duce tenne diversi anni dopo alla Federazione fascista dell'Urbe, al Teatro Adriano il 23 febbraio 1941.
 Il testo, riportato integralmente sul Giornale d'Italia del 25 febbraio 1941, concludeva con una frase sibillina: "É più verosimile che gli Stati Uniti siano invasi, prima che dai soldati dell'Asse, dagli abitanti non molto conosciuti, ma pare assai bellicosi, del pianeta Marte, che scenderanno dagli spazi siderali su inimmaginabili fortezze volanti".

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Per anni gli ufologi hanno pensato che questa frase, che concludeva di botto il discorso, senza nulla aggiungere o togliere e staccata dal resto, fosse una semplice battuta. Oggi, viene da pensare che avesse altri significati. É solo un'idea un po' folle, ma il tono dei rapporti e la presenza di chirurghi o biologi nella commissione non dà adito a pensare che i fascisti potessero avere dei resoconti anche su eventuali umanoidi? Certo, se fosse atterrato un Grigio nell'Italia del '33, la notizia dell'apparizione di una simile "mostruosità" (tale sarebbe stata considerata) non avrebbe potuto essere tenuta nascosta. Ma ammettiamo che da un UFO fosse sceso un Nordico. Un simile evento non sarebbe stato reinterpretato da fascisti e nazisti come una conferma all'idea bislacca dell'esistenza degli Immortali Ariani (che Hitler mandò a cercare sino nel Caucaso, ove secondo la leggenda avrebbero avuto una occulta dimora)? Sia come sia, nel suo discorso Mussolini fu, volente o nolente, profeta: l'anno seguente gli UFO si mostrarono in maniera massiccia su Los Angeles e furono fotografati mentre venivano presi di mira dalla contraerea.
"Negare ogni versione" è la parola d'ordine.

"Il fatto è da attribuirsi esclusivamente ad un fenomeno ottico". Così il Regime insabbiava l'avvistamento dell'aeronave misteriosa del 1936. UFO "ante litteram" durante il fascismo?
 Essendone stata destinataria (anonimamente ed in fotocopia) poco prima, nel settembre del 1999 la rivista diretta da un contattista stigmatizzato italiano ha pubblicato alcuni documenti di epoca fascista, apparentemente collegati a manifestazioni ufologiche di quel periodo. Tale testata vi ha dato ampio risalto, affidando le indagini ad uno studioso del fenomeno campano che sostanzialmente ha avanzato le sue riserve sul materiale di cui trattasi. In linea di principio tale atteggiamento può essere comprensibile, trovandosi di fronte a documenti di difficile autenticazione, pervenuti da una fonte anonima e che tale ha inteso rimanere anche nel caso di successivi invii. Noi ci siamo mossi sempre in modo diverso. Solo quando gli elementi a nostra disposizione erano tali da essere ritenuti coerenti e fondati su una documentazione di un certo spessore abbiamo espresso notizie e valutazioni. E ciò - se mai ce ne fosse bisogno - spiega la ragione per la quale finora siamo rimasti in silenzio. Noi, che da tempo eravamo a conoscenza della cosa e stavamo effettuando le verifiche più opportune lontano dai riflettori di una facile pubblicità in attesa di fornire dati più credibili. Ma cominciamo dall'inizio.Con un normale inoltro postale, e affrancatura da 1850 lire, il 3 febbraio 1996 (indirizzata all'allora recapito personale del sottoscritto, in via Odorico Da Pordenone 36 in Firenze) la rivista del CUN riceve una busta di medio formato contenente una serie di documenti originali. Originali, ripetiamo. Non fotocopie. In primis, una busta aperta, apparentemente sigillata all'origine, con l'intestazione "Senato del Regno" nella parte posteriore, ove i due lembi incollati presentano entrambi un tratto sinusoidale a penna stilografica a garanzia della chiusura, e la sigla del mittente: la stessa che per due volte, in basso a destra come a sinistra, figura sull'intestazione della missiva, vergata in stampatello sempre con penna stilografica. Testualmente: "Riservatissimo - a mani di S:E: Galeazzo Ciano". In altri termini, si tratterebbe di materiale inoltrato in via riservata al genero di Benito Mussolini, Duce del Fascismo e Capo del Governo all'epoca. Galeazzo Ciano, Ministro degli Esteri, era in pratica il "numero due" del Regime. Quindi una lettera autografa scritta a penna stilografica su quattro facciate, su carta intestata dello stesso tipo della busta precedente: "Senato del Regno", con la triplice scritta "Fert" sotto lo stemma sabaudo con ai lati il fascio littorio. La missiva è firmata "Andrea", è indirizzata ad un non meglio identificato "Valiberghi" (?) ed è datata 22 agosto XIV dell'Era Fascista: il 1936. Poi una cartolina postale in uso presso il Senato del Regno per la corrispondenza in franchigia, con vari appunti scritti sempre con penna stilografica su entrambe le facciate. Infine un biglietto anch'esso intestato "Senato del Regno" come gli altri sopra menzionati, datato 30.VIII.XIV E.F. (ovvero 8 giorni dopo), sempre vergato in grafia corsiva con stilografica e firmato "Andrea" al pari della lettera. Pur non essendo specificamente indirizzato a qualcuno, l'autore sembra ragionevolmente rivolgersi alla stessa persona destinataria della missiva del 22 agosto, facendo riferimento allo stesso argomento trattato da quest'ultima. Il timbro di partenza postale della busta pervenutaci il 3 febbraio 1996 e contenente quanto sopra descritto non risulta purtroppo leggibile. Ma, meglio del nostro mero elenco, varrà per il lettore la vista di detti documenti, riprodotti dagli originali (ribadiamo: originali) e la lettura della trascrizione che, per maggiore chiarezza, qui riportiamo:


SENATO DEL REGNO
22 agosto XIV (1936)

Caro Valiberghi (1)
ti confermo quanto hai saputo da Valminuti (1).
Anche se la Prefettura di Venezia sta attivamente svolgendo indagini, non c'è nulla di chiaro sulla storia della aeronave misteriosa!!
Fu avvistata nella mattina (e non nella serata) di lunedì. Era un disco metallico, netto, lucente, largo dicono dieci o dodici metri.
Dalla base vicina sono partiti due cacciatori, ma anche a 130 km/h non sono riusciti ad accostarlo. Non emetteva alcun suono, e questo farebbe supporre si trattasse di un aerostato. Ma nessuno conosce palloni che volano più veloci del vento. So per certo che è stato veduto da altri piloti d'aviazione, anche da quel Marinelli che ha poi fatto il rapporto che è arrivato a mani di Ciano.
Poi, dopo circa almeno un'ora, dopo che questo forse era passato sopra Mestre, è stato visto (e questo ancora tu non sai) una sorta di lungo tubo metallico, grigio o ardesia. Nel rapporto del confidente S.X. è così raffigurato:

Quello che ho indicato in A era descritto come una specie di torpedine aerea, con finestrini ben evidenziati. Da questi pertugi rettangolari partivano luci alterne ora bianche ora rosse. In B sono due "cappelli", due cappelli come da prete: larghi, rotondi, con una cupola al centro, metallici e seguivano la torpedine senza mutare le posizioni relative.
Questi ordigni facevano fumo, bianco e durevole.
La Prefettura ha aperto un'inchiesta, ma puoi immaginare che farà poca strada e avrà l'esito che ebbe quella del '31.
Il Duce ha espresso le sue preoccupazioni, perché dice che se si trattasse di veri aeromobili inglesi o francesi dovrebbe rivedere tutta la sua politica estera. So per certo che ha detto a Starace e altri "Se dispongono di tali ordigni, possiamo aspettarci la guerra a giorni e, questo è peggio, la guerra a modo loro!!" 
Posso informarti che sono del tutto infondate le voci che vogliono esplosa l'aeronave. Ti farò avere notizie certe non appena ne disporrò.

Andrea


CAMERA DEI DEPUTATI
Tribuna della Stampa

Per Zoppani (1)
1) Intervenire direttamente - 
2) Il Duce - Segreteria particolare 47

Telefonata di Ciano

Avvistata alle ore 15.30 secondo M.F.
oggetto simile a Saturno

L'Aeronautica à distribuito un questionario a tutti i piloti operanti nella zona.
Negare ogni versione. Il fatto è da attribuirsi esclusivamente a un fenomeno ottico.
li Duce segue personalmente l'accaduto.
L'allarme è esteso a tutta la zona aerea del Nord Est.
luce giallo aranciata a tratti bianco intensa
lampi regolari - fumo e scintille -
Sono armati? Sono amici?
Sono già stati visti in altre occasioni?
573 

Carati


SENATO DEL REGNO
30. VIII.XIV E.F.
Purtroppo non posso fornirti di fotografie.
Ne sono state scattate almeno una dozzina, ma sono strettamente riservate per il Duce e pochi altri di cui non conosco i nomi. So soltanto che sono fotografie scattate dall'aeroplano che inseguiva l'aeromobile fra Lido e Venezia. Non conosco nessuno che le abbia vedute e dubito che quello che ti ha detto Aldini (1) risponda a verità. Ti ripeto che questo affare è personalmente seguito dal Duce.

Andrea


CARTOLINA POSTALE SENATO DEL REGNO

Telegramma di Boni (1)
I nomi dei testimoni della aeronave di Venezia sono secondo Guglielmi:

Genai - Tolmini - Venanzi - MVSN (2)

Incaricare Zoppani della ricognizione.

Udienza riservata col Duce ore 15.30 del 30 agosto.


SENATO DEL REGNO
Varallo
Aosta-Genova
Segreteria personale
724303
Note: 1. I nomi Valiberghi, Valminuti, Aldini e Boni sono l'interpretazione ritenuta più valida nella difficoltà di decifrare esattamente la scrittura corsiva dei documenti originali. 2. La sigla "MVSN" sta per "Milizia Volontaria Sicurezza Nazionale". Il misterioso mittente non si fermava qui. Infatti, il 19 febbraio 1996, a poco più di tre settimane dal primo invio, da Borgo Maggiore di San Marino ci veniva spedita una busta affrancata con un francobollo italiano da 750 lire, che veniva tuttavia annullata con timbro postale della Repubblica di San Marino. Essa conteneva un telegramma "lampo" (ovvero urgentissimo) inoltrato dalla "Agenzia Stefani" di Milano (l'ANSA dell'epoca) a firma "Antonelli". Il testo recita: "DISPONESI ASSOLUTA SEGRETEZZA SU AERONAVE NON QUALIFICATA DI CUI AT RAPPORTO RISERVATO 23/47 STOP SEGUE LETTERA STOP". Gli enti in indirizzo non sono precisati, ma sul testo si legge la dicitura "Copia", stante a significare che si tratta di un documento d'archivio per memoria di chi si era occupato della questione. Anche in questo secondo caso il modulo per telegramma, dell'Ufficio Telegrafico di Milano, è un originale manoscritto con grafia corsiva vergata a mezzo penna stilografica.Infine, il 29 marzo 1996, e cioè una quarantina di giorni dopo, ci veniva inoltrata per via postale una terza lettera, stavolta dalla Francia. Sul francobollo francese si intravede il timbro di Parigi.Come nel caso degli altri due precedenti invii, l'indirizzo del destinatario è dattiloscritto e battuto dalla stessa macchina da scrivere. Quest'ultima missiva conteneva un foglio originale con diverse scritte, annotazioni e disegni, intestato "Camera dei deputati - Tribuna della stampa". L'argomento è inequivocabilmente lo stesso: l'aeronave misteriosa del 1936. Lo si evince da note e schizzi, il tutto come sempre vergato con una stilografica a mano. L'inoltro di tale materiale di fonte anonima non poteva non indurci, pur nella massima cautela, ad effettuare una serie di verifiche. In primo luogo, un'analisi contenutistica dei testi veniva sottoposta a piloti ed esperti aeronautici. Ne scaturiva l'opinione che la forma e certe espressioni erano coerenti con il linguaggio in uso negli anni Trenta, come ad esempio l'espressione "cacciatori", antesignana di quella abbreviata "caccia" poi diffusasi con gli anni Quaranta, la "a" accentata invece di "ha". Ma naturalmente tutto ciò non bastava a convincere della eventuale autenticità del materiale, la cui provenienza anonima costituiva un pesantissimo handicap. Ci voleva altro. Successive e fortunose indagini ci portarono a constatare che anche il quotidiano bolognese "Il Resto del Carlino" aveva ricevuto materiale analogo che però, data la fonte anonima, non era stato preso in considerazione. Di qui la necessità di affrontare il problema da due diversi punti di vista. Prima, verificando se i fatti in oggetto potevano in qualche modo trovare riscontro nella realtà di eventi dell'epoca in qualche modo documentabili; poi, attraverso specifiche perizie scientifiche sui documenti stessi che, in quanto originali, potevano consentire una "expertise" tecnico-scientifica atta a dichiarare la loro eventuale genuinità a livello di datazione. E se oggi produciamo il materiale pervenutoci, rompendo infine un silenzio di quasi quattro anni, è perché siamo finalmente giunti a delle conclusioni, sia a livello storico sia di verifica tecnica dei documenti.
Tutti i Protagonisti.

Alfredo: misterioso personaggio cui è rivolta una lettera Stefani che fa riferimento al Gabinetto RS/33. Potrebbe trattarsi del giornalista milanese Alfredo Rizza, agente segreto dell’O.V.R.A. che agiva sotto uno pseudonimo "numerico" (203), come presumibilmente le persone implicate nei files fascisti.
 De Santi: è probabilmente il più inafferrabile e sfuggente degli 007 fascisti, uomo di punta per i contatti con le spie naziste; per capire quanto fosse in gamba si pensi che, dopo la guerra, riuscì a spacciarsi per antifascista e venne persino premiato con una medaglia da De Gasperi in persona. Per molti anni si pensò che non esistesse nemmeno; la sua esistenza venne poi provata al di là di ogni ragionevole dubbio solo l’anno scorso dallo storico Arrigo Petacco, che ha identificato in "De Santis", "Nostromo", "Luigi Grassi", "Grossi" o "David" (tutti pseudonimi) un certo Tommaso David, colonnello di Frosinone fondatore del gruppo spionistico Volpi Argentate ed in seguito capo dei servizi segreti di Salò. Marconi: credeva negli extraterrestri, ed ha rilasciato al riguardo diverse dichiarazioni; riteneva si potesse comunicare con loro via radio; inoltre, dopo i fatti del ‘33, ebbe un misterioso incontro in America con David Sarnoff, persona di spicco dell’Intelligence USA (coinvolto nell’ondata di razzi fantasmi del ‘46 e nello studio di un celebre avvistamento UFO filmato nel 1966). L’O.V.R.A.: secondo "Mister X" il Gabinetto avrebbe avuto il pieno sostegno dell’O.V.R.A. Tutto ciò è plausibilissimo. Fra il 1931 ed il 1933 la polizia segreta di Mussolini visse la sua fase di massimo attivismo. Nucleo portante di tutta la struttura fu proprio la Lombardia, ove sarebbe stato recuperato il disco; la sola Milano coordinava con 24 agenti la "rete lombarda", diretta da Francesco Nudi, dal commissario Tommaso Petrillo e dal commissario aggiunto Giovanni Di Salvia. Forse era di Di Salvia (e non di De Santi) la sigla "D.S." che appare in uno dei files fascisti. Zerbino: è il nome che appare, per esteso ed in sigla, in calce ad alcuni documenti fascisti (la firma non è particolarmente leggibile e, paradossalmente, potrebbe invece corrispondere a Foschini, capo dei servizi segreti SID durante la Repubblica di Salò); ma è anche il nome di una villa ove Marconi era solito trovarsi con alcuni suoi amici altolocati, quella dei marchesi Gropallo di Genova. Zerbino era forse il nome in codice di Marconi? O il nome di un covo del Gabinetto RS/33?

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