lunedì 15 agosto 2011
La Normalità - E. Fromm
Erich Fromm fu uno degli esponenti di spicco della psicologia e sociologia del secolo scorso.
Le quattro lezioni sulla Patologia della Normalità dell'Uomo
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Ma attenti a non ridurre l'igiene mentale alla semplice prevenzione dei sintomi.
I sintomi, in quanto tali, sono per noi non nemici, ma amici; dov'è un sintomo là è un conflitto, e conflitto significa sempre che forze vitali lottanto ancora per l'integrazione e la felicità.
Le vittime veramente disperate dell'infermità mentale si trovano proprio tra gli individui che paiono normalissimi. Molti di essi sono normali perché si sono adattati al nostro modo d'esistenza, perchè la loro voce di uomini è stata messa in silenzio in età così giovane che nemmeno lottano, né soffrono, né hanno i sintomi del nevrotico.
Non sono normali, diciamo così, nel senso assoluto della parola; sono normali in rapporto ad una società profondamente anormale. Il loro perfetto adattamento a quella società anormale è la misura della loro infermità mentale.
Questi milioni d'individui abnormemente normali, che vivono senza gioia in una società a cui, se fossero pienamente uomini, non dovrebbero adattarsi, ancora carezzano l'illusione della individualità ma di fatto sono stati in larga misura disindividualizzati.
Il loro conformismo dà luogo a qualcosa che assomiglia all'uniformità. Ma uniformità e libertà sono incompatibili. Uniformità e salute mentale sono anch'esse incompatibili. L'uomo non è fatto per essere automa, e se lo diventa, va distrutta la base della sua sanità mentale.”
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Per inciso, se - come afferma Fromm - molte delle sintomatologie psichiche del nostro tempo (ad esempio ansia e depressione) sono espressioni di un conflitto tra la forza vitale, 'sana' dell'individuo e le aberrazioni della cultura e società attuali, bisognerebbe chiedersi quale sia la reale funzione della moderna psichiatria.
sabato 13 agosto 2011
Rientrato l’allarme della tempesta magnetica. Solo lievi danni alle comunicazioni
Il Sole attraversa ciclicamente periodi di maggiore o minore attività che si esprime con la presenza sulla sua superficie di macchie solari oppure brillamenti o espulsioni di materiale. “Il problema”, ha proseguito Messerotti, ”è che in realtà non abbiamo validi modelli in grado di prevedere queste attività, e i tentativi fatti finora si sono mostrati puntualmente imprecisi”.
Dopo aver attraversato un lungo periodo di scarsa attività, la nostra stella sta gradualmente tornando alla ‘normalità’ e, secondo i modelli finora considerati attendibili, dovrebbe aumentare costantemente. Brillamenti o esplosioni particolarmente violente possono generare tempeste magnetiche in grado di creare grandi difficoltà agli strumenti di comunicazione terrestri, in particolare quelli satellitari. “Invocare però scene apocalittiche”, ha concluso Messerotti, “non aiuta certo a comprendere il fenomeno.”